L’Europa fissa per le imprese nuove regole di rendicontazione sociale e ambientale | News | Cauto

L’Europa fissa per le imprese nuove regole di rendicontazione sociale e ambientale

09/08/2022

Il 14 luglio la Commissione giuridica del Parlamento europeo ha definito le nuove regole di rendicontazione sociale e ambientale che le imprese dovranno rispettare per mostrare di essere realmente sostenibili.

Secondo la proposta di Direttiva europea della Commissione UE, a partire dal 2024, tutte le imprese di grandi dimensioni e le PMI quotate dovranno rendicontare le informazioni di sostenibilità secondo nuovi criteri e contenuti. Il Consiglio e il Parlamento UE hanno trovato un accordo sul testo della Direttiva.

L’obiettivo primario dei nuovi standard è quello di limitare la ormai diffusa pratica del greenwashing da parte delle imprese e promuovere standard uniformi di rendicontazione della sostenibilità a livello globale. Il termine greenwashing nasce negli anni ‘80 dall’unione del termine green (verde) e washing, dal verbo to wash, lavare. La traduzione italiana potrebbe essere: “passare una pennellata di vernice verde sopra”, cioè dare una parvenza green a situazioni che nascondono aspetti non del tutto virtuosi.

Il voto del 14 luglio da parte della Commissione giuridica del Parlamento europeo è il penultimo passaggio prima della pubblicazione dell’accordo sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, che darà ufficialità alla nuova rendicontazione obbligatoria in materia di ambiente, affari sociali e governance.

Come scrive il Consiglio, “la sostenibilità diventerà un nuovo pilastro delle prestazioni delle imprese, allontanandosi dal focus sui profitti a breve termine. l’Unione Europea è destinata a diventare leader nella definizione di standard globali di rendicontazione sulla sostenibilità”.

I nuovi standard di sostenibilità.

Dal 2024 le grandi aziende dovranno divulgare pubblicamente informazioni sul modo in cui operano e gestiscono i rischi sociali e ambientali. Le grandi imprese con oltre 250 dipendenti e un fatturato di 40 milioni di euro, quotate o meno in borsa, dovranno quindi mettere nero su bianco il loro impatto sulle persone e sul pianeta.

Viene riconosciuta quindi analoga importanza alle esigenze di bilancio e ai profitti e alla cosiddetta rendicontazione non finanziaria, che riguarda l’impatto sull’ambiente, la tutela dei diritti umani, il rispetto delle uguaglianze e la gestione interna.

Le informazioni fornite dalle imprese saranno poi oggetto di audit e certificati indipendenti, con un’obbligatorietà che sorpassa la volontarietà affrontata finora soltanto da alcune grandi imprese. La rendicontazione finanziaria e la rendicontazione sulla sostenibilità saranno su un piano di parità e gli investitori avranno finalmente accesso a dati affidabili, trasparenti e comparabili.

Anche le società non UE con un’attività sostanziale nel mercato dell’unione europea (150 milioni di euro di fatturato annuo nell’UE) dovranno seguire regole di rendicontazione equivalenti. A controllare il rispetto di questi standard saranno poi i singoli Stati membri, con l’aiuto della Commissione.

Le norme si applicano anche alle piccole e medie imprese quotate, tenendo conto delle loro specificità. Per le PMI è prevista una deroga durante un periodo transitorio, saranno infatti esentate dall’applicazione della direttiva fino al 2028.

Il tema della sostenibilità ambientale è una delle grandi sfide del nostro millennio. Grazie a scelte di responsabilità sociale di impresa sempre più aziende e organizzazioni possono contribuire alla riduzione del proprio impatto ambientale.

Rete CAUTO è già ora al fianco dei propri clienti come partner tecnico e strumento per guidare il processo di cambiamento verso una nuova “transizione ecologica”. A partire dalla tipologia di servizi o prodotti offerti all’esterno, i nostri esperti forniscono un’analisi dell’impatto ambientale individuando per ciascuna realtà degli indicatori specifici e una strategia complessiva da implementare e monitorare costantemente. La valutazione consente inoltre di mettere in atto azioni migliorative del processo, e anche di generare un report di sostenibilità con cui le aziende "virtuose" possono rendere conto delle proprie scelte agli stakeholder.

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