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Il modello di inserimento lavorativo di Rete CAUTO

01/02/2022

L’inserimento lavorativo di persone svantaggiate o disabili è un processo organizzato che tramite l’attività lavorativa promuove un’esperienza emancipativa per le persone fragili. La presenza di un’equipe educativa con competenze tecniche specifiche e un'organizzazione che si costruisce attorno al suo essere cooperativa di inserimento lavorativo, sono gli assi portanti per trasformare l'assunzione di persone fragili in percorsi di inserimento.

“Cooperativa sociale di inserimento lavorativo” e soprattutto “inserimento lavorativo” sono espressioni apparentemente distanti dalla maggior parte delle persone. Termini tecnici di un qualcosa che sembra non riguardarci. Anche se ci addentriamo nelle categorie di inserimento lavorativo e parliamo di alcooldipendenti, tossicodipenti, disabili, etc. la sensazione non cambia: esistiamo noi, la nostra vita, le nostre difficoltà; ed esistono loro.

In realtà non è così.

La Persona fragile non è altro da me: sono io senza il mio lavoro, è una sorella con una menomazione fisica importante, è un figlio con problemi di dipendenza, è un vicino privato della libertà.

L’inserimento lavorativo è la possibilità di intraprendere un percorso che potrebbe riguardare ognuno di noi in un dato momento della nostra vita.

Le cooperative sociali d’inserimento lavorativo non sono qualcosa per pochi sfortunati, o per buonisti. Sono di tutti e per tutti: perché occuparci dell’inserimento lavorativo significa – in fondo - occuparci di noi stessi, chiunque noi siamo, qualunque sia la nostra attuale condizione di vita.

Partire da questa consapevolezza è fondamentale. Altrettanto importante è capire come sia possibile realizzare un tipo di comunità che possa “contenere” tutti. Per farlo abbiamo scelto di lasciare la parola ai nostri educatori per provare a raccontare il nostro modo di fare inserimento lavorativo, il modello di rete CAUTO.

L’inserimento lavorativo di persone svantaggiate o disabili è un processo organizzato che tramite l’attività lavorativa promuove un’esperienza emancipativa per le persone fragili, dove il superamento delle difficoltà personali e il cambiamento individuale in ottica di maggior benessere rappresentano le finalità del percorso.

Lo Stato affida alle cooperative sociali di inserimento lavorativo il compito di offrire postazioni lavorative a persone che nel mercato tradizionale hanno maggior difficoltà e che, per svariate ragioni, si trovano in situazione di fragilità nell’accesso alle risorse che il territorio può offrire.

Le normative di riferimento sono sostanzialmente la L. 381/91 e il D.Lgs. 50/2016, che contemplano specifiche categorie di persone, tra cui:

  • Persone con riconoscimento di invalidità civile superiore al 45%, per problematiche fisiche, psichiche o sensoriali.
  • Persone con difficoltà certificate in tema di equilibrio psichico.
  • Persone in situazione di dipendenza da sostanze psicotrope (droghe o alcol).
  • Persone minorenni in situazione di difficoltà famigliare certificata.
  • Persone che hanno commesso reati con conseguente carcerazione, ammessi a misure alternative e/o al lavoro all’esterno.

Rete CAUTO ha fondato la propria attività utilizzando come forma di impresa quella della cooperazione sociale. La principale cooperativa che la costituisce, CAUTO, sin dalla sua origine nel 1995 ha generato occasioni di lavoro per persone fragili, sviluppando uno specifico modello di gestione dell’inserimento lavorativo che considera la strutturazione e la gestione di progetti di integrazione lavorativa una specifica professionalità. 

L’attività di questi primi 26 anni ha generato, promosso e consolidato la sinergia con i servizi sociosanitari di tutta la provincia di Brescia, al fine di generare occasioni di inclusione in risposta ai problemi che il territorio esprime e al loro cambiamento nel tempo.

Tutti i lavoratori di Rete CAUTO governano, con diverse modalità e responsabilità in base alle funzioni svolte,  le diverse fasi che strutturano il percorso di inserimento al lavoro di una persona svantaggiata: dalla collaborazione coi servizi sociosanitari alla co-progettazione degli obiettivi, dalla definizione e individuazione delle attività lavorative alla promozione del monitoraggio interno ed esterno, dalla diffusione della responsabilità sociale nell’organizzazione dell’impresa alla crescita e valorizzazione del personale, fino alla misurazione dei risultati con verifiche periodiche dell’andamento dei progetti di inclusione e dei correttivi da promuovere.

La peculiarità che contraddistingue il modello di Rete CAUTO nel panorama nazionale è la presenza di un’equipe educativa con competenze tecniche specifiche nella conduzione del progetto di inclusione lavorativa. I nostri professionisti coordinano il processo di integrazione lavorativa attraverso la programmazione con i servizi sociali, la gestione con i settori produttivi e gli uffici di staff, la verifica degli esiti degli interventi sia sul piano produttivo sia sul piano emancipativo, promuovendo la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti (lavoratore svantaggiato, colleghi, responsabili, servizi sociosanitari) nel raggiungimento degli obiettivi.

Indispensabili, in capo ai professionisti dell’equipe, le competenze specifiche dell’attività socio-psico-pedagogica in un contesto lavorativo, i rudimenti sui modelli di organizzazione del lavoro, la propensione a promuovere e consolidare progetti partecipati ed emancipativi, la competenza nella mediazione dei conflitti e, in generale, la capacità di problem solving.

Un altro aspetto tipico del modello organizzativo di Rete CAUTO è il coinvolgimento del collega tutor, come figura attiva nel sostegno alla persona in progetto. Si tratta di un’azione fondamentale che caratterizza il tutor come collega informato ed interessato della finalità inclusiva delle attività lavorative.

La figura del tutor viene formata al fine di fornire: gli strumenti di conoscenza di base della Legge 381, la consapevolezza sul funzionamento dei progetti di integrazione, i rudimenti sulla sospensione del giudizio, la capacità di comunicazione delle problematiche nella filiera organizzativa.

L’esistenza della figura del tutor è una scelta organizzativa fra le molte messe in atto per garantire la buona riuscita del modello. L’organizzazione tutta di Rete CAUTO si costruisce attorno al suo essere cooperativa di inserimento lavorativo. La stessa gestione del lavoro non può non tenere conto della presenza di lavoratori fragili, dai momenti di accoglienza giornalieri dedicati ai lavoratori, ai più piccoli dettagli nelle mansioni lavorative, tutto partecipa ad un dialogo continuo che consente di poter parlare non di semplice assunzione di persone fragili, ma di percorsi di inserimento lavorativo.

Il vero nocciolo del modello di Rete CAUTO è il sentire l’inserimento lavorativo come “cosa di tutti”, che plasma quotidianamente l’agire e l’organizzazione del lavoro stesso. 

Tale impostazione ha generato risultati considerevoli in tema di numero di progetti di inclusione lavorativa (parecchie centinaia in questi anni) e di attività sperimentali, spesso poi consolidate, in risposta ai bisogni sociali del territorio.

La fotografia attuale vede: 498 lavoratori dipendenti; 140 lavoratori svantaggiati; 42 lavoratori assunti dopo progetti di integrazione, seppur privi di formale svantaggio; 45 persone svantaggiate attivate in progetti di socializzazione o di apprendimento lavorativo; 96 tutor formati per il supporto ai progetti di inclusione del personale svantaggiato; due laboratori protetti in sinergia con il Comune di Brescia; un progetto di integrazione per persone richiedenti asilo politico; un progetto di volontariato per persone fragili prive dei rudimenti per lo svolgimento delle attività lavorative.





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