Intervista a Michele Pasinetti, direttore generale, della Rete CAUTO sul Giornale di Brescia | News | Cauto

Intervista a Michele Pasinetti, direttore generale, della Rete CAUTO sul Giornale di Brescia

15/04/2020

CAUTO non c'è stop in pandemia per i servizi operativi di Igiene Urbana a sostegno dei territori.

Condividiamo l'articolo di Laura Fasani del 15/04/2020 pubblicato sul Giornale di Brescia tra le storie di chi non si ferma. 

La sfida ai tempi del Coronavirus è trovare nuovi modi per continuare a essere utili alla comunità. Un impegno che non passa inosservato: «Grazie per il lavoro che fate», scrive Maria Rosa, 5 anni, su un biglietto indirizzato agli addetti della raccolta porta a porta. Giocare di squadra, capire cosa fare e poi agire coniugando innovazione e senso di responsabilità: così la cooperativa sociale Cauto reagisce alla pandemia per garantire i servizi essenziali alla città.

«Allo scoppio dell' emergenza- spiega il direttore generale Michele Pasinetti - abbiamo costituito una sorta di task force interna: fin da subito è stato chiaro che serviva il coordinamento di tutti per capire bene le normative e applicarle alle nostre attività. Proprio perché, anche se tutti erano costretti a stare in casa, i bisogni di Brescia non sarebbero comunque stati annullati». E infatti la gestione dei rifiuti domestici e industriali ha dovuto essere ripensata in tempi serrati, anche per tutelare la sicurezza dei lavoratori. «Gli 80 addetti alla raccolta sono stati dotati di dispositivi di protezione individuale e si è proceduto a igienizzare tutti i mezzi di trasporto che ora vengono guidati da una persona alla volta» prosegue Pasinetti. Ci sono state poi anche le paure di chi lavora perle strade: «Le abbiamo condivise e ha funzionato: parlando tra noi abbiamo trovato soluzioni insieme». 

VIA WEB

L' altra grossa novità è stato lo smart working, introdotto a stretto giro grazie a Itaca , la software house di Cauto, che ha fornito tutta la strumentazione per lavorare da casa. «Le riunioni virtuali- dice ancora il direttore - stanno andando molto bene e pensiamo di continuare lo smart working in alcuni casi anche a emergenza finita. Il digitale ci sta aiutando molto anche a far sentire partecipe tutto il gruppo, con video e racconti di belle iniziative. Il senso di unione è fondamentale ora, e per ripartire poi».

MASSIMATUTELA E MASSIMA SOLIDARIETA' 

Anche Cauto, come molti altri, ha infatti dovuto fermare molti settori: su 500 dipendenti, oggi lavora solo la metà. Molti dei lavoratori inattivi sono persone fragili, che la cooperativa ha scelto di tutelare dai rischi. Il ricorso sofferto agli ammortizzatori sociali non ha però impedito a Cauto di intraprendere vari progetti solidali: dalle donazioni alimentari con l' associazione Maremosso alla distribuzione di vestiti usati fra i senzatetto, fino all' offerta di apparecchiature ospedaliere obsolete ma ancora funzionanti. Tutto nella convinzione che oggi bisogna «mettere a disposizione le proprie competenze per lasciare aperte le finestre sul futuro della nostra città».





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