Come il metodo partecipato ha trasformato il welfare di Rete CAUTO | News | Cauto

Come il metodo partecipato ha trasformato il welfare di Rete CAUTO

28/02/2023

Un confronto sul welfare tra realtà profit e not-for-profit è stato per Rete CAUTO occasione per raccontare come il welfare è diventato un oggetto di lavoro di un vero e proprio percorso di partecipazione che ha posto al centro il lavoratore e il suo punto di vista su temi che lo riguardano.

Lo scorso dicembre presso la Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore è stata organizzata un’interessante tavola rotonda dal titolo “WEL-FAIR”: sinergie e contaminazioni tra profit e not-for-profit con lo scopo di attivare una riflessione su come il welfare possa rappresentare un ponte per attivare sinergie e contaminazioni tra mondo profit e mondo not-for-profit. Confrontare buone pratiche e strategie di gestione del welfare in differenti realtà produttive del territorio può rappresentare un’occasione per avviare progettualità di collaborazioni fattive, costruire sinergie utili per ottimizzare servizi e favorire la reciproca collaborazione.

Moderati da Emanuele Testa e introdotti dalle ricercatrici Diletta Gazzaroli e Chiara D’Angelo, si sono confrontati al tavolo Roberto Zini (Vicepresidente Confindustria Brescia), Simona Zapponi (Responsabile HR OMB Saleri), Monica Marchetti (Consigliera di Presidenza Confcooperative Brescia) e Michele Pasinetti (Direttore Generale Rete CAUTO).

Il welfare oggi è sempre di più definito come un processo e non un prodotto, un elemento che potenzialmente può raccontare i valori dell’azienda e un segno concreto e manifesto di investimento nelle proprie risorse umane.

Due le domande sulle quali si sono confrontati i protagonisti della tavola rotonda:

  • Cosa il tema del welfare ha messo in luce o ha modificato all’interno della gestione delle risorse umane della vostra impresa?
  • Quali le possibili sinergie tra imprese profit e imprese not-for-profit?

Riprendiamo qui di seguito alcuni passaggi chiave dell’intervento del Direttore Generale Michele Pasinetti per aprire le porte di Rete CAUTO e condividere il percorso evolutivo che ci ha portato alla costruzione di nuovi processi decisionali e alla creazione di uno strumento innovativo a supporto dei percorsi di partecipazione.


All’interno di Rete CAUTO ciò che è realmente cambiato negli ultimi 6/7 anni è il tema della partecipazione e del coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori, ossia della comunità interna dell’impresa. Quando si è approcciato in passato il tema del welfare, l’errore fatto è stato quello di cercare di individuare come classe dirigente quali fossero le soluzioni migliori per il benessere dei lavoratori. Questo punto di partenza si è rivelato sbagliato, perché per quanto la classe dirigente fosse competente e attenta nella lettura dei bisogni, aveva una storia ed esperienza personale che non poteva coincidere con quella di più di 500 lavoratrici e lavoratori.

Il punto di partenza deve essere quello della comunità interna sia sul tema welfare che su molti altri temi. Utilizzando diversi strumenti, da quelli più tradizionali fino ad arrivare a dei veri e propri percorsi di partecipazione e coinvolgimento dei lavoratori si è posta la domanda “Cosa è per te la soddisfazione, qui e ora”, sottolineando con forza il qui e l’ora e favorendo l’espressione del punto di vista del singolo.   Si è assistito, quindi, a un ribaltamento di prospettiva che ha consentito di lavorare sulla riduzione delle distanze e su una cultura organizzativa omogenea sul tema del welfare.

ll lavoro sul welfare ha posto al centro il lavoratore non solo come elemento che deve dare un’informazione ma come soggetto che è ritenuto fondamentale per capire cosa bisogna fare. 

Questa nuova visione attuata come soluzione per il tema welfare è in realtà attuabile su tanti temi diversi. L’utilizzo di questi percorsi su molteplici oggetti di lavoro ha modificato il nostro approccio di gestione e ci ha portato alla realizzazione di "PARTECIPO " un vero e proprio toolkit, uno strumento innovativo a disposizione dei nostri gruppi di lavoro e, dalla primavera 2023, di tutti coloro che ne vorranno fare esperienza all’interno della loro realtà.

Uno strumento guida sentito necessario perché attivare percorsi di partecipazione non è un processo banale: occorre definire un oggetto di lavoro, scegliere una squadra che va coinvolta, definire un problema, individuare obiettivi e gestire budget e tempo. Un processo faticoso ma vincente. Perché la partecipazione genera appartenenza, riduce le distanze, crea una cultura di co-responsabilità decisionale, permette di scoprire talenti delle persone al di fuori delle loro quotidiane mansioni e tutto ciò incide sulla crescita dell’impresa. Per Rete CAUTO il percorso del welfare è stata l’occasione per imparare l’approccio, il metodo, il processo con cui nell’impresa si possono prendere le decisioni.

Avendo posto l’attenzione sul processo di partecipazione e di coinvolgimento, è naturale evidenziare che l’impresa cooperativa ha connaturati i temi della partecipazione e del coinvolgimento dei soci: è un dovere della cooperazione quello di attivare piani di coinvolgimento interni, è parte della cultura cooperativa e una delle tante caratteristiche peculiari delle cooperative che però, non smettono mai di essere imprese e dunque stanno sul mercato e devono essere economicamente sostenibili. 

Partecipazione e coinvolgimento non devono essere confusi con inefficienza dei processi, semplicemente a volte spostano l’orizzonte temporale tra il breve e il medio periodo, ma decine di studi sul tema riportano che le decisioni prese in questo modo sono più efficaci.


  • Partecipazione e coinvolgimento sono i primi temi su cui poter costruire un ponte tra profit e not-for-profit a partire dalla conoscenza del tema e dal toolkit, lo strumento che abbiamo realizzato e che potrebbe essere primo momento di confronto con il modello partecipato di coinvolgimento dell’impresa profit e con il suo linguaggio.
  • Altro tema importante è il collegamento tra welfare e sostenibilità sociale d’impresa: nel momento in cui si struttura un sistema di welfare affinché abbia un valore in termini di sostenibilità sociale d’impresa contano aspetti quali la valutazione dei soggetti dai quali io acquisto i servizi e il loro collegamento con il mio territorio. Acquisire dei servizi di cui la mia comunità interna ha necessità da un soggetto che abita la mia comunità e che attraverso l’erogazione di quei servizi genera opportunità di lavoro per soggetti svantaggiati, diventa valore in termini di sostenibilità sociale d’impresa, ovviamente a parità di qualità di servizi e senza sconti sulla competitività dei prezzi.
  • Ultimo tema e potenziale ponte di collegamento è dato dall’esperienza di Rete CAUTO. Oggi sempre di più le imprese ci chiedono di aiutarle a raccontare il proprio impegno a tutela delle comunità, sia dal punto di vista ambientale sia sociale, in modo tale da poter fare cultura interna. Ad esempio, il modo in cui l’impresa gestisce i rifiuti o risparmia energia e materie prime, si collega a temi più ampi, dalla sostenibilità integrata agli obiettivi dell’Agenda 2030, e questi temi oggi interessano sempre più lavoratori.
  • Le imprese hanno bisogno di costruire una narrazione interna per comunicare come agiscono nei confronti di questi macro obiettivi, perché questo è riconosciuto come un valore dagli stessi dipendenti. Il mondo not-for-profit non svolge solo servizi ma può riempire di senso i servizi che svolge. Se quel senso diventa valore per l’impresa profit che sceglie di lavorare proprio con quella cooperativa, se narrato internamente questo valore verrà trasmesso ai lavoratori, generando in loro maggior senso di appartenenza.

È possibile creare ponti se si rifugge il meccanismo della mera fornitura e si costruiscono percorsi. Le condizioni per farlo sono la progettazione condivisa, la definizione di un linguaggio comune, la comprensione dei bisogni e la costruzione di soluzioni partendo dal presupposto che tra le parti esiste un reciproco vantaggio d’impresa.

Messe a lavorare insieme profit e not-for-profit possono generare qualcosa che è somma dei propri valori, dei propri approcci, delle proprie culture.

Sicuramente un’avventura stimolante in cui Rete CAUTO crede con determinazione.





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